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Cambiare vita? Inevitabile!

E' la mia opinione come è l'opinione di Simone Perotti che tutti conosciamo per i suoi libri, manifesto del suo cambiamento di vita, del suo downshifting: "Adesso Basta" "Avanti tutta" "Ufficio di scollocamento".

Avendo letto tutti i  libri di Simone  ho deciso di scrivergli per fargli qualche domanda proprio su questo argomento.  (Elisabetta Favale)

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 1Elisabetta: Simone voglio partire in quarta e domandarti:

con l’attuale situazione economica io ritengo sia arrivato il momento di tornare indietro, uscire dall’individualismo e insieme condividere la vita per vivere meglio. Tu invece vuoi sdoganare l’individualismo. Siamo o sembriamo in disaccordo?

Simone: Io credo sia necessario andare avanti, non indietro. Per cum-dividere servono almeno due persone, e serve che ognuna abbia qualcosa da dividere, da mettere in comune. Ecco il mio punto di partenza. Io cerco di diventare una di quelle due persone e cerco di avere qualcosa da mettere in comune. Le due condizioni non sono affatto semplici. Certo non possiamo iniziare dalla condivisione. Manca la gente vera e manca la roba da dividersi. Per “roba” intendo umanità, vita, tutte cose dentro, non oggetti o denaro. Mancano le persone, non i movimenti o i gruppi. Prova a mettere insieme un gruppo di non-persone come quelle che sembriamo un po’ tutti oggi. pensi che otterresti qualcosa? Faresti una comune, creeresti un micro mondo migliore? Tanta gente debole insieme non fa un gruppo forte. Qui mancano gli individui. Ognuno deve assumersi la responsabilità di diventare uno degli uomini o delle donne salde ed equilibrate che vorrebbe incontrare. Quando ci sarà gente così potremo fare molte cose. Oggi non ce n’è. Occuparsi di sé ha a che fare con il senso di responsabilità, non con l’individualismo

2Elisabetta: Francesco Sarracino, un giovane economista che ho intervistato alcune settimane fa mi faceva riflettere sul concetto di fiducia = risparmio. Tu che pensi di questa affermazione?

Simone: Il miglior risparmio è non acquistare niente, o almeno il meno possibile. Se Sarracino si riferisce al “trusting transaction” (BCG) lo condivido pienamente. Qualche settimana fa in un’isola greca abbiamo affittato una macchina. Il tipo, uno simpatico e spiccio, me l’ha portata davanti alla barca e m’ha dato le chiavi. Niente contratto, carte di credito, cauzioni. Niente. Noi la sera gliela abbiamo riportata intosa, ovviamente. Lui ha risparmiato di contrattualistica, modulistica, banche, avvocati, responsabili assicurativi etc. Ottimo inizio.

3–Elisabetta:  Mi ha scritto una signora di una città lombarda dicendo: “sono una scollocata. Dopo aver letto il libro di Simone Perotti, “ufficio di scollocamento”, ho deciso di cambiare vita, voglio lavorare nel sociale”. Essendo a mia volta una scollocata ho sentito un certo senso di responsabilità a raccontare con troppo entusiasmo la mia nuova vita e il mio progetto perché io sono io e non so se quello che vale per me vale anche per gli altri. Perché tu pensi che tutti possano scollocarsi?

Simone: Io penso che chiunque abbia capito la grande truffa del lavoro-consumo-spreco deve almeno tentare, se ne sente il bisogno, di vivere diversamente. Tentare (ed eventualmente fallire) ci sta. Non tentare non è dignitoso. Un uomo che non tenta non so come faccia a guardarsi allo specchio ogni mattino.

4–Elisabetta:  Io ho creato una cooperativa sociale e inventato un welfare condominiale, identificarsi con me è facile e un po’ banale. Invece, se io volessi identificarmi con te sarebbe un po’ come “traslocare” in un mito… il mito dello scrittore di successo e del navigatore. Pensi che il tuo successo sarebbe lo stesso se facessi l’allevatore di frisone in un maso e scrivessi libri  sui formaggi?

Simone: Questa è l’epoca della realtà, di quello che si vede, si tocca. Qui spazio per chi pontifica senza essere, senza fare, senza militare all’interno del proprio pensiero, è come se non esistesse neppure, come se fosse un fantasma. Io cerco di fare quello che ha senso per me. Nel mio caso scrivere e per vivere navigare. Non è difficile, non è strano, non è mitologico, neppure eroico. Solo ciò per cui sono nato, la mia “linea di minore resistenza”.

5Elisabetta: Giangiacomo Feltrinelli ha detto: “Io cerco di fare un'editoria che magari ha torto lì per lì, nella contingenza del momento storico, ma che, quasi per scommessa, io ritengo abbia ragione nel senso della storia”. Io la penso come lui, ma bisogna essere  un po’ “incoscienti” per rincorrere i propri sogni?

Simone: Non vedo molto di meglio da fare in una vita. Viviamo poco, e non abbiamo neppure deciso di venire al mondo. Per di più non ci hanno dato alcun manuale di istruzioni. Non mi sembra un’operazione vincente la vita, descritta nella sua realtà. L’unica cosa interessante da fare, in questa specie di tragicommedia, è sognare, diventare, tentare, godere, vivere. Che qualcuno risolva la faccenda andando tutte le mattine in banca per una vita intera lo trovo un po’ pochino.

6Elisabetta: Non c’è nulla di immutabile. Tranne l’esigenza di cambiare (Eraclito). Due parole di commento.

Simone: E’ filosoficamente vero. Ma a me parlare di esigenze non piace. Io cambio quando ha senso, quando serve. Non voglio fare il dinosauro che tira le cuoia per eccesso di conservatorismo. A me piacerebbe che quando devo fare un salto spuntassero le ali, o quando devo salire in testa d’albero a mettere a posto una drizza venissero le mani dell’Uomo Ragno. Però se non devo fare un salto o scalare un albero mi va bene di non avere né ali né mani da ragno.

7Elisabetta:  Con un post sulla mia fan page di facebook ho sfidato la filiera dei pregiudizi e ho scritto che nel mio settore ci sono segni di ripresa e che si investe nell’innovazione, nonostante la minaccia dell’aumento dell’Iva. Qualcuno si è arrabbiato, questo ottimismo ostinato può anche dare fastidio. Perché secondo te?

Simone: Perché la gente adora stare maluccio. Prendi uno che odi, fallo diventare felice. La tua vendetta sarà stata crudele e perfetta.

8–Elisabetta: “Filosofia e strategia di chi ce l’ha fatta”. Anche questo fa arrabbiare. Invidia?

Simone: L’invidia mi arriva addosso insieme ai raggi cosmici, con la polvere, mi ricopre. Ma io sgrullo la giacca e faccio le mie cose. L’invidia è il sentimento più giusto per chi non tenta. Io li capisco. Chi ci prova fa incazzare. Forse ci prova anche per questo.

9Elisabetta:  Ultima domanda a Simone di Zenzero e Nuvole che è il Simone che preferisco. Il mio libro cult è “Cent’anni di solitudine”, l’ho letto a 15 anni in italiano e poi più tardi in spagnolo, alcune tue pagine me lo ricordano, era il 1995 e mi sembra ci fosse già dentro la tua vita attuale. E’ così?

Simone: Bel complimento. Grazie. Sì, c’era già moltissimo lì dentro. Il punto di vista altro, il pensiero laterale, il non credere alle apparenze. Quel libro è forse il manifesto della mia poetica. Ha avuto molto successo, e credo se lo meriti.

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